Novità pensioni: Ape volontario fino al 95% per le uscite anticipate di un solo anno, e tetto diversificato in base all’anticipo richiesto. Questo è quanto sta elaborando il Governo a lavoro sulla riforma delle pensioni contenuta nella legge di Bilancio.
Per coloro che potranno andare in pensione anticipata con l’Ape volontario sarà possibile riscuotere da un minimo dell’85% fino a un massimo di 95% della pensione in via di maturazione. L’Ape, inoltre, toglierà la tredicesima mensilità a ogni anno di anticipo.
Sicuramente l’Ape è uno dei punti chiave della riforma delle pensioni, che consentirà la pensione anticipata ad alcune categorie di lavoratori con uno sconto fino a tre anni dal requisito standard di 66 anni. Come funziona e quanto costa ai lavoratori che decidono di usufruirne? Riforma pensioni, novità Ape volontario, vediamo quali lavoratori possono accedere alla pensione anticipata e a che costo.
Pensioni, novità: molti lavoratori vicini alla pensione si chiedono come funziona l’Ape, volontario e nella sua versione Ape social, ma soprattutto si chiedono quanto si perde con la restituzione del prestito, al centro del dibattito sulla riforma delle pensioni. Se Ape e Ape social consentono da una parte di andare in pensione anticipata, dall’altra hanno un costo di restituzione che dura per molti anni.
Tra le altre novità pensioni, oltre l’anticipo pensionistico Ape, Ape Social e Rita, la legge di Bilancio 2017 contiene anche Quota 41, Quota 46, cumulo gratuito e l’ottava salvaguardia insieme ad altri provvedimenti della riforma delle pensioni 2016 indirizzati a chi è già in pensione.
Ape dall’85% al 95% della pensione: vediamo il tetto mobile dell’Ape volontario ,chi ne può usufruire e quindi chi potrà andare in pensione anticipata con Ape già dal nuovo anno e che costo avrà sui lavoratori la novità nella riforma delle pensioni.
Pensioni, novità Ape: anticipo dall’85% al 95% della pensione
Ape volontario con tetto proporzionale: le Camere stanno mettendo a punto il funzionamento dell’anticipo pensionistico Ape, uno degli strumenti più discussi della riforma delle pensioni riguardo la pensione anticipata.
Oltre a contenere entro il 5% la penalizzazione annua sulla pensione per restituire il prestito, il Governo ha anche deciso di dare all’Ape un tetto proporzionale in base agli anni di anticipo richiesti. Si tratterà di importi massimali ma i lavoratori coinvolti potranno anche chiedere meno del massimo, per ridurre ancora di più il peso della restituzione.
Per i lavoratori che vorranno uscire con un solo anno di anticipo, sarà possibile avere al massimo il 95% del futuro assegno della pensione. Per i lavoratori che andranno in pensione con due anni di anticipo, il prestito non potrà andare oltre il 90%, e per quelli che usciranno con tre anni di anticipo, il prestito non potrà andare oltre all’85% dell’assegno.
L’obiettivo del Governo è quello di abbassare il più possibile l’onere della restituzione ventennale, e per fare questo i lavoratori interessati potranno anche unire l’Ape alla Rita, utilizzando il fondo pensione complementare per bilanciare il prestito bancario dell’Ape.
Come illustrato da Tommaso Nannicini, se un lavoratore con uno stipendio di 1.286 euro mensili va in pensione con tre anni di anticipo grazie all’Ape, potrebbe ricevere un assegno mensile dell’85% dello stipendio, quindi 1.093 euro al mese. Questo assegno verrebbe erogato per dodici mesi e non per tredici, dato che l’Ape esclude la tredicesima.
Pensioni, novità Ape: chi ne può usufruire
Chi può usufruire dell’Ape volontario? Della riforma delle pensioni 2016, la pensione anticipata con l’Ape è uno dei punti più importanti.
L’Ape durerà solo fino al 2018 con possibilità di proroga, e sarà rivolto a tutti i lavoratori con almeno 63 anni (i nati fra il 1951 ed il 1954) ai quali non manchino più di 3 anni e 7 mesi per maturare la pensione di vecchiaia non inferiore a un certo limite.
I lavoratori con questi requisiti potranno accedere all’Ape in modo volontario ma la pensione anticipata avrà un costo: il prestito per l’anticipo pensionistico sarà erogato dall’Inps tramite prestiti di banche e assicurazioni, per tutto il periodo che manca al lavoratore per raggiungere la pensione di vecchiaia.
La somma anticipata dagli enti dovrà essere restituita dal lavoratore una volta conseguita la pensione, nell’arco di 20 anni con rate di ammortamento costanti, attraverso dei prelievi sull’assegno del il 5% dalla pensione annuale.
L’Ape sarà una realtà dal 2017, precisamente dal 1° maggio. Potranno usufruire dell’Ape i lavoratori dipendenti anche pubblici, i lavoratori autonomi e parasubordinati che avranno 63 anni di età a partire dal 1° gennaio 2017, soltanto se prossimi alla pensione di vecchiaia entro i successivi 3 anni e 7 mesi.
Per accedere all’Ape, il lavoratore dovrà però maturare una pensione non inferiore ad un determinato valore che verrà stabilito a giorni.
Pensioni, novità Ape: quanto costa la restituzione?
L’Ape avrà un costo che riguarda la restituzione ventennale del prestito. fIl rimborso del prestito, che di fatto ridurrà la pensione sensibilmente, dovrebbe oscillare intorno al 5% sul trattamento lordo per ogni anno di anticipo, con decurtazioni massime fino al 15-20% dell’assegno in corrispondenza del massimo anticipo richiesto dal lavoratore.
Si tratterà di una riscossione pari a più del doppio rispetto al progetto Damiano sui pensionamenti flessibili. In poche parole, con tre anni di Ape, il lavoratore subirebbe un prelievo di circa il 15% sulla rata finale dell’assegno, e sulla rata di restituzione influirà pesantemente anche l’entità dell’anticipo richiesto dal lavoratore.